Anatomia di un sogno
Da tempo sento il bisogno di creare un progetto fotografico che vada oltre la semplice estetica, un lavoro che sappia evocare emozioni viscerali, tra bellezza e decadenza, desiderio e inquietudine. (Tutte le foto qui presenti sono di proprietà dell’autore, fotografo: Jan Saudek)


Mi sono lasciato ispirare da Jan Saudek, dal suo modo di raccontare il corpo umano senza filtri, dai suoi colori intensi, quasi dipinti, e dalle sue ambientazioni che sembrano sospese tra sogno e realtà. Ma il mio obiettivo non è riprodurre il passato: voglio portare questa visione ad oggi, adattandola alla sensibilità contemporanea.


Penso a immagini che richiamino quel sapore pittorico, ma senza limitarmi alla semplice fotografia analogica. Voglio sperimentare con la post-produzione digitale, esplorare il confine tra intervento umano e artificiale, magari integrando elementi innovativi per ottenere texture e atmosfere che non esistono nella realtà. Il colore, come in Saudek, sarà protagonista: vibrante, innaturale, quasi come se emergesse da un sogno distorto, ma voglio tentare anche la strada del bianco e nero.


Mi affascina l’idea di lavorare con spazi decadenti, scenografie che raccontino storie solo con le loro crepe sui muri, con oggetti dimenticati, con l’ombra del tempo che si posa sulle superfici. Ma voglio anche giocare con la tecnologia: proiezioni, installazioni digitali, un mix tra fisico e virtuale che renda ogni immagine un piccolo mondo sospeso tra passato e futuro.


Al centro di tutto, il corpo umano. Non idealizzato, non levigato, ma vissuto. Voglio ritrarre la bellezza autentica, fatta di imperfezioni, di età diverse, di generi e forme che sfuggono agli standard imposti. Corpi che raccontano storie, che dialogano con lo spazio, che esprimono desiderio, forza, vulnerabilità. Forse anche il rapporto tra carne e tecnologia, tra il naturale e l’artificiale, potrebbe diventare un tema centrale: pelle e circuiti, corpi aumentati, la fusione tra l’organico e il sintetico.


Vorrei che il questo progetto diventi un’esperienza tramite mostre immersive, dove lo spettatore possa camminare dentro le immagini, circondato da suoni, luci e dettagli animati. Penso alla possibilità di rendere alcune opere digitali e collezionabili creando narrazioni interattive sui social, dove il pubblico possa essere parte del processo creativo.



Voglio creare un mondo, un viaggio emotivo e visivo in cui chiunque possa riconoscersi o perdersi. Questo progetto non è solo mio: è un dialogo con il tempo, con il corpo, con il desiderio di esprimere qualcosa di autentico in un’epoca in cui tutto sembra filtrato e patinato.


Entra nel Ritratto, Diventa l’Opera. Questo progetto è di chiunque voglia raccontarsi attraverso l’obiettivo. Se senti il richiamo della bellezza imperfetta, della pelle che custodisce storie, dell’arte che sfida il tempo, allora fai parte di questa visione.
Contattami con una mail a: gagliardini@gmail.com