Fotografia

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Specchio dell’invisibile

Quando mi lascio fotografare, non mostro soltanto il mio volto: apro una fessura nella mia intimità. Ogni sguardo, ogni piega della pelle, ogni silenzio catturato dall’obiettivo rivela parti di me che non confido a nessuno. Nel ritratto non sono soltanto immagine: sono confessione, svelamento, segreto che prende forma e resta sospeso nello sguardo di chi osserva.

Mi sento bella. Non in modo arrogante, ma come una verità che sento vibrare sulla pelle, che riconosco nello specchio, che leggo nello sguardo di chi mi osserva. È un potere silenzioso che oggi, davanti a questo obiettivo, scelgo di celebrare.

Le emozioni più nascoste trovano la via per affiorare. Le linee morbide delle braccia, la curva della schiena, la tensione sottile dei muscoli delle gambe: tutto parla di desiderio, di forza, di una sensualità che nasce spontanea, intima, inevitabile.

Mi sfioro lentamente la pelle delle braccia, come per ricordarmi di essere quì, presente, viva. Ogni gesto ha il sapore di una preghiera, una carezza fatta al proprio corpo e all’anima insieme. La danza che sto per compiere non è una sequenza di movimenti studiati, ma un linguaggio privato, un dialogo sussurrato tra me e la mia interiorità. Percepisco il calore dei riflettori scivolare sulla pelle come un abbraccio di luce, che evidenzia le curve del mio corpo.

Il fotografo mi osserva. Il suo occhio non mi spoglia, mi veste di luce. È un gioco sottile in cui io mi offro, lui cattura. Io sorrido dentro, perché so quanto mi piace farmi guardare e sapere di essere bella proprio così, come sono.

Ogni posa diventa un segreto che affido alla macchina fotografica. Le mie mani che sfiorano il corpo, il respiro che si fa lento, lo sguardo che si accende: piccoli gesti che raccontano la mia sensualità. È un piacere puro, quello di lasciarmi immortalare, di sapere che in uno scatto resterà fissata non solo la mia immagine, ma la mia essenza femminile, la parte più vera di me.

In fondo, posare è una confessione. Guardami: io mi sento viva proprio in questo, nel sapere che la mia bellezza non è solo un’apparenza, ma una forza che travolge e conquista. Fotografarmi è un atto di piacere. Voglio che il fotografo catturi l’essenza più vera di me.

In quell’attimo sospeso, mentre l’otturatore si prepara a catturarmi, sento il cuore accelerare e questo mi incendia dentro. Non è vanità, è la mia verità: io sono donna, corpo, luce, ombra, segreto.

Il tessuto che indosso scivola sul corpo come acqua, amplificando la sensazione di essere sospesa in un tempo che non appartiene a nessuno. L’aria stessa, smossa dai suoi movimenti, diventa palpabile, accarezzandole la pelle. Non c’è più confine tra la donna, la danzatrice e la modella.

il mio corpo diventa linguaggio silenzioso: non è posa, è abbandono. L’obiettivo accarezza la mia pelle come uno sguardo segreto, e io mi scopro fragile e potente allo stesso tempo. C’è un brivido sottile nell’essere vista così da vicino, nell’offrire non solo forme ma desideri, non solo linee ma emozioni: la parte di me che vibra sotto la superficie e che solo la fotografia sa trattenere.

E mentre mi lascio fotografare, un pensiero mi attraversa come un sussurro che nessuno può udire se non me stessa: non mi limito a mostrarmi, io mi offro. E in questo dono, io divento eterna.

In quell’intimità, la mia sensualità non è esibizione, ma rivelazione. Una nudità non del corpo, ma dell’anima. Basta coglierne l’essenza, trasformare ogni respiro e ogni piega del movimento in memoria. Ogni scatto diventa il frammento di una confessione silenziosa, la testimonianza di un incontro tra due sensibilità che si sfiorano senza mai violarsi.

E’ la storia di una donna che, un passo alla volta, ritrova la sua libertà, la sua forza e la sua bellezza. Una danza non soltanto davanti all’obiettivo, ma dentro il cuore stesso dell’arte.

copyright © 2022 · alessandro gagliardini · fotografo

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